da Supporto | Giu 19, 2016 | energie rinnovabili, Ultime Notizie Riscaldamento Elettrico
Come suggerisce il nome, un impianto geotermico trae l’energia per riscaldare e raffreddare la casa dal sottosuolo, dal quale durante l’inverno assorbe calore trasferendolo all’abitazione (compresa, in taluni casi, l’acqua da scaldare), e in estate cedendogli quello in eccesso prodotto all’interno. Attraverso questa tecnologia è dunque possibile sommare le funzioni che normalmente vengono demandate a due diversi apparecchi, cioè caldaie e condizionatori, per cui essa non è solo rispettosa dell’ambiente, ma anche vantaggiosa dal punto di vista economico (e cionondimeno si tratta di un tipo di impianto ancora poco frequente in Italia, e al contrario largamente adoperato nell’edilizia dei paesi nord europei e statunitensi).
Si parla di impianto geotermico “monovalente” nel momento in cui esso è capace di riscaldare e raffrescare (link all’articolo regolazione efficace dell’impianto di riscaldamento) un edificio senza l’ausilio di altri apparecchi, anche se questa tecnologia esplica le funzioni migliori abbinata a impianti solari termici o caldaie a condensazione o pannelli radianti (link all’articolo soffitto radiante), che in inverno fanno circolare acqua calda a 30-35 °C e in estate acqua fredda a 18-20 °C, garantendo comfort e risparmio energetico.
Questo tipo di impianti è composto da:
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un sistema di captazione del calore: tubature in polietilene che possono essere interrate verticalmente nel terreno a grandi profondità (sonde geotermiche verticali), oppure orizzontalmente a 1-2 metri di profondità (collettori orizzontali), e che utilizzano il terreno o l’acqua come scambiatore di calore;
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una pompa di calore geotermica;
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un sistema di accumulo e distribuzione del calore: al suo interno l’acqua viene riscaldata tramite serpentine collegate ai diversi generatori di calore, e viene immagazzinata e distribuita all’edificio, per il riscaldamento e per gli usi sanitari, quando necessario.
da Supporto | Giu 19, 2016 | energie rinnovabili, Ultime Notizie Riscaldamento Elettrico
In Italia il settore delle fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, biomasse, idroelettrico) ha fatto registrare «un volume d’affari nel 2014 pari a quasi 7 miliardi di euro, che salirebbero a oltre 19 miliardi se si considerassero anche gli incentivi». A fronte, quindi, di 1,7 miliardi di euro di investimenti, il comparto delle rinnovabili ha generato ricavi (senza incentivi) per oltre 3,2 miliardi, e un valore aggiunto complessivo di 1,2 miliardi. E per il 2020, le stime parlano «di una crescita del 58% rispetto al 2014».
Inoltre tra il 2014 e il 2020 l’Italia avrà l’opportunità di ricevere dall’Europa «quasi 35 miliardi di euro di finanziamenti per l’energia sostenibile: circa 6 miliardi di euro attraverso Horizon 2020 per progetti di innovazione nei settori dell’efficienza energetica, delle tecnologie low carbon e delle Smart City, altri 6 miliardi attraverso Connecting Europe Facility, per investimenti in infrastrutture energetiche a elevato valore aggiunto e 23 miliardi da Fondi di Coesione per investimenti in efficienza energetica, fonti rinnovabili, reti intelligenti e mobilità urbana».
da Supporto | Giu 19, 2016 | energie rinnovabili, Ultime Notizie Riscaldamento Elettrico
L’ energia eolica si bassa sulla conversione del vento in una forma utilizzabile di energia, generalmente grazie all’utilizzo di aerogeneratori che producono energia elettrica, tramite mulini a vento che producono energia meccanica o pompe a vento che pompano l’acqua.
Si tratta di un’energia alternativa ai combustibili fossili, abbondante, rinnovabile, ampiamente distribuita, pulita (non produce emissioni di gas serra o altre sostanze nocive e inquinanti durante il funzionamento, e richiede una superficie di terra non eccessivamente elevata).
L’intermittenza del vento crea raramente problemi, eppure esistono particolari accorgimenti che si possono adottare: alcuni metodi, che prevedono sistemi di stoccaggio, turbine geograficamente distribuite, fonti alternative, possono ridurre notevolmente gli inconvenienti.
Esistono inoltre diverse tipologie di impianti: l’eolico off-shore (cioè l’energia proveniente da impianti installati ad alcune miglia dalla costa di mari o laghi) è più stabile, fornisce più energia e possiede un minor impatto visivo, tuttavia i costi di realizzazione e manutenzione sono notevolmente più alti; gli impianti on-shore (cioè posizionati su località in genere distanti almeno 3 km dalla più vicina costa, tipicamente su colline, alture o comunque in zone aperte e ventose) forniscono elettricità a luoghi isolati o a società elettriche che l’acquistano; gli impianti near-shore invece distano meno di 3 Km dalla costa nell’entroterra, oppure sul mare ma a non più di 10 km dalla costa.
Molto interessanti gli impianti di piccola taglia (minieolico e microeolico), adatti a un uso domestico o per integrare il consumo elettrico di piccole attività economiche tipicamente in modalità stand-alone, cioè sotto forma di singoli generatori, connesse poi alla rete elettrica o ad impianti di accumulazione.
Per questi impianti di piccole dimensioni il prezzo di installazione risulta più elevato, attestandosi attorno ai 1500-3000 euro per kW installato, in quanto il mercato di questo tipo di impianti è ancora poco sviluppato; tra le cause le normative che, a differenza degli impianti fotovoltaici, in quasi tutta Europa, non ne sostengono la diffusione.
La valutazione sulla reale funzionalità e convenienza di installazione in un luogo dipende, oltreché dalla disponibilità di vento (come velocità e continuità), anche dall’interferenza con altre strutture, dalla lunghezza del percorso elettrico, dagli eventuali vincoli ecologici (presenza di specie protette) o storico-archeologici.